lunedì 20 febbraio 2012

L'errore



















C'è qualcosa di profondamente sbagliato. Qualcosa di insano nel nostro modo di caracollare fuori dalla metropolitana, trascinando i nostri sorrisi chimicamente sbiancati verso luoghi di lavori inumani.
Sbagliato e sadico il nostro affanno, come pure il loro.
Migliaia, milioni di teste in cortocircuito perenne.
Urgenze inesistenti, affanni inadatti.
Un gigantesco, mefitico castello di merda.
Eppure tutti desiderano spasmodicamente entrarci, impregnandosi dell'odore societario.
Pietosa, drammatica situazione, l'Italia, l'occidente.

Ridanciani e scomposti, maleducati dinanzi alla morte. Stolti verso la vita.
A tutti voi dico: rubate, uccidete, distruggete perché nulla è sanabile. Vi hanno mostrato le alternative, le avete schernite, brutalizzate, stuprate, ignorate.
Possiate soffocare nel vostro fetore; vecchi indifferenti e giovani inconsapevoli.

Se scegliete di delinquere, fatelo con discernimento, perché l'unica emozione comune e solidale tra gli uomini è la paura. Paura della violenza, paura della perdita.
Date agli uomini un nemico da temere, un carisma che li spaventi ed avrete rinsaldato l'unità. Seguendo lo stesso principio sarà possibile distogliere le menti della collettività dal loro miserando stato.

Se rivoluzione ci sarà, domani si incendieranno solo i nullatenenti, perché di chi ha anche solo una stuoia per coricarsi, non potremo fidarci.